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Obesità infantile: cause, dieta e rischi per la salute

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Obesità infantile

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L’obesità infantile è diventato un problema rilevante che rischia di causare difficoltà importanti anche a lungo termine. Quanto sappiamo di obesità infantile? Ecco le cause, la dieta e i rischi per la salute.

La patria della dieta mediterranea non è immune dall’obesità infantile e così, anche in Italia, il sovrappeso e l’obesità interessano gran parte dei bambini.

Purtroppo, l’obesità infantile non ha conseguenze soltanto nell’immediato, ma comporta degli strascichi anche in età adulta con tutto ciò che questo comporta.

Obesità infantile: cause

Perché un bambino ingrassa? A meno che non ci siano particolari sindromi genetiche, la causa principale è l’aumento della quota calorica introdotta rispetto al fabbisogno giornaliero e al dispendio calorico.

Questa situazione viene aggravata dalla presenza di comportamenti sbagliati, come per esempio il consumo regolare di junk food, cibi grassi, prodotti industriali e bevande zuccherate.

Se il bambino conduce una vita sedentaria tra gaming e televisione allora l’iniziale sovrappeso si trasforma in obesità in poco tempo.

Inoltre, se il bambino va a dormire tardi e/o dorme poco subisce gli effetti dell’alterazione dell’equilibrio degli ormoni deputati al controllo dell’appetito. Praticamente ha più possibilità di diventare obeso.

Tuttavia, le cattive abitudini alimentari e i comportamenti sbagliati possono essere collegati al contesto familiare entro cui vive e cresce il bambino.

È più facile che un bambino diventi obeso con genitori che colmano le mancanze affettive attraverso la sovralimentazione o usano il cibo come scambio emotivo.

Vale lo stesso anche in presenza di conflitti familiari che creano i presupposti per l’alimentazione emotiva e di un’iperprotettività genitoriale che spinge il bambino a trovare una propria identità riversandosi nel cibo.

Obesità infantile, i rischi per la salute

Quando un bambino si considera obeso? La definizione di obesità infantile è decisamente più complessa rispetto al semplice significato di accumulo di grasso adiposo nel corpo.

Diversamente da quanto avviene per l’obesità in fase adulta con il calcolo del BMI e la circonferenza addominale, infatti, va valutata la crescita in relazione al periodo di sviluppo in cui si trova.

Per questo più che alla mera valutazione del peso del bambino bisognerebbe fare attenzione ai sintomi dell’obesità infantile e ai rischi insiti.

Come faccio a sapere se mio figlio è obeso? Tra i sintomi più frequenti ci sono i problemi respiratori, i disturbi digestivi, le intolleranze alimentari, il diabete mellito, l’ipercolesterolemia, l’ipertensione e i problemi all’apparato muscolo-scheletrico.

Poco alla volta il bambino obeso inizia a soffrire di apnee notturne; si sente sempre affaticato; diventa intollerante a uno o più cibi; manifesta valgismo o varismo degli arti inferiori; si ritrova con i piedi piatti.

A questi rischi si aggiungono le conseguenze sull’equilibrio mentale, dal senso di inadeguatezza alla depressione fino al bullismo e all’emarginazione.

Pian piano, oltre che accusare il contraccolpo a livello fisico, il bambino obeso non sviluppa autostima e fatica a interagire con i suoi coetanei.

Più si sente diverso, insicuro ed emarginato e meno voglia avrà di uscire e partecipare ad attività sociali e collettive, continuando a prendere peso e iniziando a trovare una valvola di sfogo nel cibo.

I rischi per la salute psicofisica dovuti all’obesità infantile non si fermano all’età pediatrica, ma sviluppano effetti tardivi che si rivelano o peggiorano con il tempo.

Cosa provoca l’obesità infantile? La maggior parte dei bambini obesi, se non seguiti, rischia di essere obesa anche in età adulta, vivendo tutti i problemi correlati, come quello spiegato in questo articolo.

Dieta, rimedi e trattamento dell’obesità infantile

Le conseguenze dell’obesità infantile sull’equilibrio psicofisico del bambino e gli effetti tardivi in età adulta lasciano intuire l’importanza di un’azione mirata e tempestiva.

Il trattamento contro l’obesità infantile è multidirezionale, cioè comprende la dieta, l’attività fisica regolare, il riposo, il supporto psicologico e l’adozione di prodotti naturali (o farmaci nei casi più gravi).

 Dieta equilibrata

A partire dallo svezzamento fino ad arrivare all’alimentazione vera e propria è necessario puntare al principio di varietà ed equilibrio.

Il menù deve essere ricco di frutta e verdura, carni magre, pesce, cereali integrali, latticini light mentre deve fare a meno di junk food, fritti, bibite gassate, snack, sale, zuccheri aggiunti e condimenti grassi.

È necessario far mangiare il bambino almeno 5 volte al giorno in modo da sollecitare il metabolismo e non farlo arrivare affamato ai pasti.

Attività fisica

Quando si parla di attività fisica non si fa riferimento soltanto allo sport, ma anche e soprattutto ai giochi e alle attività di gruppo.

Si può iniziare con una passeggiata in campagna e un giro in bicicletta intorno al palazzo per poi passare a uno sport o un corso in palestra.

In tal senso è necessario anche limitare le ore da far trascorrere davanti alla televisione, al pc e/o ai videogiochi.

Supporto psicologico

La formula dieta/attività fisica potrebbe fallire senza un supporto psicologico adeguato, specialmente perché le cause dell’obesità infantile non si esauriscono con un apporto calorico eccessivo.

Il percorso specialistico può individuare e lavorare su comportamenti compensatori, senso di inadeguatezza, incapacità di controllarsi, depressione e simili.

Riposo adeguato

Il riposo può sembrare un elemento poco funzionale alla lotta contro l’obesità infantile, eppure la mancanza di sonno influenza negativamente i processi metabolici.

Dormire bene e a sufficienza consente all’organismo di ridurre i livelli di grelina (ormone dell’appetito) e aumentare la percentuale di leptina (ormone del senso di sazietà).

Secondo i pediatri, i bambini tra 1 e 2 anni dovrebbero dormire 11-14 ore al giorno; i bambini tra i 3 e i 5 anni dovrebbero riposare 6-12 ore al giorno; i bambini dai 6 ai 12 anni dovrebbero dormire almeno 9-12 ore ogni giorno; gli adolescenti dai 13 ai 18 anni dovrebbero riposare dalle 8 alle 10 ore giornaliere.

Terapia farmacologica

Lo specialista può decidere di intervenire prescrivendo farmaci appositamente studiati per contrastare l’obesità infantile, supportare la dieta ed evitare l’arrivo dei rischi associati.

Solitamente questo tipo di farmaci ostacola l’attività delle lipasi del sistema gastrointestinale ed evita la trasformazione dei grassi alimentari in glicerolo e acidi grassi, riducendo così l’apporto lipidico e calorico.

Conclusioni

L’obesità infantile è una condizione che può non essere trascurata perché ha conseguenze immediate e tardive sia a livello fisico che sotto il profilo psicologico. Un intervento mirato e tempestivo può restituire un’ottima qualità di vita al bambino.