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Sedie con braccioli o sedie di design: cosa cambia?

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sedia con braccioli

Di solito si pensa ad una sedia come ad un isolotto per un relax momentaneo.

Altre volte, invece, la sedia è associata alla scrivania, al tavolo da riunione, alla cattedra di un’aula. In tal caso, sedia equivale a lavoro.

Oggigiorno, però, gli ambienti sono via via più ibridi: nello stile e, soprattutto, nelle loro funzioni.

Ed ecco che delle sedie con braccioli verranno scelte, spesso, con l’intento di possedere al contempo supporti al lavoro intellettuale, sostegni alla “sosta breve” e, naturalmente, contorni agli scambi amicali e professionali.

La “semi poltroncina” – perché così, di fatto, potremmo definire le sedie con braccioli che i designer attuali ci propongono – è un viatico che fluidifica il passaggio da un ruolo all’altro, da un istante al successivo, nelle 24 ore dell’uomo ultra-contemporaneo.

Sappiamo bene, del resto, che dire design significa riferirsi ad una funzionalità che è tanto centrale quanto lo è la questione stilistica.

Le icone della trasformazione industriale e socio-economica

Se per tutti gli anni Cinquanta la sedia era solo uno strumento di supporto al mangiare e al lavorare, col tempo essa ha cambiato il corso della sua essenza.

Durante il periodo del boom economico, la sedia più importante era quella da cucina. A tavola si faceva bella mostra del benessere raggiunto.

Parallelamente, la sedia da ufficio o da riunione era sinonimo di benessere, poiché chi aveva la fortuna di usarla per lavorare era comunque riuscito a sfuggire ad un lavoro manuale – agricolo, operaio.

Gli anni Cinquanta sono anche gli anni del lavoro impiegatizio che prende piede.

Sedersi per lavorare è ancora un lusso, per buona parte della popolazione. È fortunato chi può farlo.

I decenni successivi, naturalmente, hanno visto un’impennata dei lavori per così dire immateriali e d’intelletto. La gente ha iniziato a sedersi sempre di più, durante la giornata, per riposare come per riflettere e produrre.

Se chi produce si siede, poi, è chiaro che le quotazioni della sedia sono destinate ad aumentare, così come la sensibilità di chi la progetta e produce rispetto a questioni salutari di rilievo: ergonomia, comodità apparente, bellezza e, naturalmente, stile e arredo.

Sedersi per concettualizzare: meglio le sedie con braccioli o quelle senza

Immaginiamo una splendida sedia anni Cinquanta-Sessanta in metallo e rattan. Grigia, leggera alla vista, ma solida e rassicurante al tatto. Si tratta di un oggetto indiscutibilmente bello, contemporaneo, ma con uno sguardo rispettoso al recente passato. Con una seduta a 35 cm da terra, una profondità dedicata alla lunghezza della coscia di 43 cm e due braccioli che scendono naturali come dolci pendii, facendo tutt’uno con lo schienale, essa costituisce un vero e proprio ibrido nel senso migliore del termine: formale e materiale.

Ed è proprio un oggetto del genere che potrà risultare plurifunzionale, accostandosi ad un tavolo per pranzare, ad un tavolo per scambiare opinioni e programmare, ad un tavolo per prendere appunti o ad altre poltroncine in una zona di semi-relax, come una piccola saletta, ad esempio.

Insomma, così concepita, una sedia con braccioli può davvero stare ovunque, se escludiamo un pianoforte!