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LE MOLE PER RETTIFICA

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Mole per rettifica, cosa sono? A cosa servono? Quali sono le principali caratteristiche?

Il mondo delle mole è complesso e molto vasto, per questo per avere un’idea generale su questo utensile diventa ogni giorno più faticoso per questo ci siamo interfacciati con l’azienda leader di produzione di mole per rettifica: muzzi srl.

In questo articolo andremo a vedere più nello specifico il modo della rettifica! Buona lettura!

Indice Articolo

La rettifica

I metalli duri possono essere rifiniti tramite lavorazioni con mole diamantate oppure con lavorazione a scarica elettrica: questo tipo di lavoro è denominato rettifica.

La rettifica è l’eliminazione di materiale in eccesso: la mola diamantata entra in contatto con il pezzo da lavorare andando ad eliminare il materiale e rendendolo truciolo tramite un movimento alternato che viene ripetuto svariate volte a seconda del prodotto finito che si vuole ottenere.

La rettifica è rapida in base a determinati fattori:

  • Diametro della mola
  • Granulometria del diamante
  • Profondità del taglio
  • Velocità della passata

Il diamante può avere una grana più o meno grossolana e questo incide sulla rapidità nell’eliminazione del materiale e sulla finitura della superficie.

La mola va scelta in base anche al prodotto che si vuole ottenere e quindi bisogna considerare:

  • La capacità di asportazione
  • La tenuta del profilo tagliente
  • La presenza o meno del refrigerante
  • La finitura in superficie desiderata
  • La taglienza

Problemi derivanti dallo shock termico

Durante la lavorazione possono subentrare problematiche dovute a shock termici che possono causare dilatazioni sulle superfici dei materiali e per questo è sempre consigliabile:

  • Non interrompere il flusso del refrigerante
  • Non operare in rettifica a secco
  • Regolare la velocità di avanzamento con la profondità di passata
  • Utilizzare abrasivi con agglomeranti a base di resine quando possibile
  • Ravvivare costantemente la mola

 

Classificazione delle mole

Le mole a seconda dell’impiego che se ne deve fare, sono diverse e bisogna considerare quindi:

  • La natura dell’abrasivo
  • La grana dell’abrasivo
  • La durezza delle mole
  • La struttura delle mole
  • Il tipo di agglomerante

 

Natura dell’abrasivo

I tipi di abrasivo utilizzati sono tre:

  1. Corindone
  2. Carburo di silicio
  3. Diamante

Il corindone è un abrasivo naturale e altro non è che ossido di alluminio; le mole con questo tipo di abrasivo sono di colore rosa, bianco o grigio.

Il carburo di silicio è adatto a materiali molto duri e si trova solitamente di colore verde ma anche nero.

Il diamante è quello più costoso ma utile per i lavori di massima precisione.

La durezza della mola non è la durezza dell’abrasivo ma la consistenza nel trattenere i granelli abrasivi: una mola è dura quando trattiene i granelli abrasivi e tenera quando l’abrasivo si stacca facilmente.

La struttura della mola è invece la porosità, cioè la dispersione dei granuli abrasivi nella massa agglomerante: la struttura si dice “aperta” quando i granuli sono molto spaziati tra loro: è “chiusa” quando i granelli sono molto ravvicinati.

 

L’agglomerante

La consistenza della mola è data dall’agglomerante che è un cemento; ci sono due tipi di cemento:

  1. Ceramici
  2. Resinoidi

I ceramici sono i più comuni e i più utilizzati per le rettifiche; i cementi resinoidi consentono elevate velocità di lavoro.

Non esiste una rigida normativa per la classificazione delle mole ma vengono utilizzate delle sigle che ne indicano le caratteristiche.

 

Lavorazioni EDM

La lavorazione EDM è la lavorazione a scarica elettrica che permette la rimozione del materiale tramite energia termica, simile ai procedimenti con il laser quindi non richiede un’azione meccanica.

Viene utilizzata in particolari lavorazioni di materiali come il titanio, il carburo di tungsteno o l’acciaio, difficili da attaccare con la fresatura.

L’elettroerosione viene spesso utilizzata nel settore aerospaziale e automobilistico.